“Ignorato il percorso di partecipazione coi cittadini pagato con i soldi pubblici, perchè?”

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“La decisione unilaterale del sindaco di Firenze e della città metropolitana Nardella di utilizzare l’ex caserma Gonzaga, al confine con Scandicci, per la nuova moschea, ha prodotto un pasticcio difficilmente comprensibile. Si ignora un percorso partecipativo (pagato con soldi pubblici) che aveva individuato tutt’altre funzioni, si dice che lo spazio sarà utilizzato solo per il prossimo Ramadan, ma che forse potrebbe diventare la sede definitiva. L’unico a dirsi contento è l’imam Izzedin Elzir, che non a caso ha subito chiarito che l’ex caserma va bene, a patto che diventi la sede definitiva”. Questo il commento del capogruppo a Palazzo Vecchio di Forza Italia Jacopo Cellai insieme al consigliere regionale e coordinatore cittadino del partito Marco Stella.

“Le questioni aperte da questa scelta del sindaco PD sono molteplici. Intanto: chi si aggiudicasse la possibilità di realizzare il progetto nato dal bando scaturito dal percorso di partecipazione, che garanzie avrà, se nell’ex caserma sorgerà invece una moschea? – attaccano i due esponenti dell’opposizione –. Senza contare il corto-circuito creato con Scandicci, col sindaco Fallani che dichiara di aver saputo della decisione di Nardella dai giornali. Due sindaci PD all’interno della città metropolitana che, a quanto pare, non parlano tra di loro. E poi: che garanzie di sicurezza ci sono per un utilizzo dal prossimo mese della struttura in disuso da anni? Per quanto riguarda poi il percorso coi cittadini, chiederemo di conoscere quali siano stati esattamente i costi sostenuti”.

“Basta improvvisazioni: per quanto riguarda la sede definitiva della moschea, Nardella avanzi proposte credibili e fattibili. I fondi li hanno, devono solo individuare un immobile, compatibilmente con le esigenze della città e dei cittadini, e procedere al suo acquisto. E in tutto ciò l’amministrazione comunale deve esercitare il suo ruolo guida, tenendo conto di quanto già deciso insieme ai cittadini per gli immobili dismessi, non certo buttare lì idee a casaccio pur di chiudere la questione”, concludono Cellai e Stella.