Le province di Lucca, Grosseto e Livorno sono le maggiori produttrici di materiali per costruzioni, la Provincia di Massa Carrara e la Versilia producono materiali ornamentali di grande qualità. Stiamo attenti, perché questo Piano Cave rischia di dare una mazzata decisiva al settore edilizio”. A lanciare l’allarme è il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Maurizio Marchetti, intervenendo in aula in merito alle modifiche della legge regionale n.65. “Se poi si volesse provare a guardare alla Toscana come parte dell’Italia e dell’Europa – ha argomentato Marchetti in aula – allora ci si accorgerebbe che in Italia ogni anno tra pietre, calcari, sabbie e argille, si escavano 90 milioni di tonnellate, di cui i prodotti delle cave rappresentano meno del 5% del totale. In Europa si parla di 2,6 miliardi di tonnellate di prodotti estratti e i metodi utilizzati da noi sono tra i più controllati e soggetti a discipline per sicurezza e a regole di tutela ambientale, tanto che i cavatori e le tecniche studiate e inventate da dai nostri cavatori sono modelli internazionali”.

“Oggi si scava meglio e meno del passato – ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia -. Senza dimenticare che un tempo quei detriti nemmeno venivano calcolati, ma abbandonati sui monti: tutto rimaneva in cava e scendevano solo i blocchi. Oggi invece non solo non si accumula più al monte, ma si utilizza anche quello che negli anni addietro era stato accumulato. Sarebbe quindi un errore vedere questa attività di rimozione degli accumuli dei detriti del marmo come negativa e non invece come un esempio positivo. I detrattori delle cave di marmo, delle aziende e dei lavoratori del settore preferiscono alla pietra naturale i prodotti artificiali ma non sanno che l’incidenza sull’inquinamento di un metro quadrato di pietra artificiale rispetto a quella di pietra naturale è molto ma molto più ampia. Sono centinaia gli studi scientifici che dimostrano, dati alla mano, che i materiali alternativi alle pietre naturali a parità di superficie producono molta più Co2 e concorrono al riscaldamento globale molto più del marmo, e nello stesso tempo hanno bisogno di molta meno manodopera rispetto alle lavorazioni della pietra naturale”.

“In sintesi possiamo dire che gli emendamenti presentati, anche e soprattutto dai Comuni, e parzialmente accolti – ha concluso Marchetti – non bastano a modificare la natura di questo piano cave, infarcito da un substrato ideologico da cui è scaturita la L.R. 65/2014 provocando innumerevoli danni all’economia toscana. La Regione, in chiusura di legislatura, decide di proseguire su questa strada ed il primo impegno che si assumerà il centrodestra, una volta al governo della Regione, sarà quello di modificare la L.R. 65 ed il piano cave. Lo chiedono le imprese, i lavoratori, l’indotto: non è così che si salvaguarda l’economia della Regione, non è così che si salvaguarda l’ambiente”.