Eugenio Gritti e il figlio Luciano portano avanti una tradizione familiare centenaria di restauratori di legno e la loro arte è apprezzata in tutto il mondo. Qui sono ritratti nel loro laboratorio di Bergamo in via Palazzolo 37. Nella foto Eugenio Gritti

Fare pressioni presso il Ministero dei beni culturali e sul Governo per trovare le modalità idonee a regolarizzare le risorse umane impiegate nell’Opificio delle Pietre Dure e ancora giuridicamente scoperte. Questo l’impegno richiesto alla Giunta regionale nella mozione presentata da Marco Stella (Forza Italia), in Commissione Sviluppo economico e rurale, cultura, istruzione e formazione del Consiglio regionale della Toscana. La mozione è stata approvata con i voti favorevoli di Pd, Forza Italia, Lega Nord e l’astensione del Movimento 5 Stelle.

“L’obiettivo – ha spiegato Stella – è quello di regolarizzare quei lavoratori, dotati di elevata competenza e professionalità e di tutelare il patrimonio umano e professionale da anni impiegato all’interno dell’istituto. Undici di loro a Firenze si trovano a svolgere la loro attività senza di fatto essere inquadrati, né giuridicamente né economicamente, come funzionari. Va tutelato invece il patrimonio umano e professionale da anni impiegato all’interno dell’istituto per salvaguardare quella che può e deve essere considerata una eccellenza non solo italiana, ma soprattutto toscana”.

La mozione nasce anche a seguito della promessa del ministro Franceschini di indire un concorso nazionale straordinario per 500 «professionisti del patrimonio culturale», fra cui funzionari restauratori, che destinerà 50 nuove risorse all’Opificio delle Pietre Dure. “C’è il rischio – si legge nella mozione – che le risorse reclutate tramite concorso vadano a scavalcare le risorse umane da anni impiegate nell’istituto e non regolarizzate, nel caso in cui il bando non preveda una distinzione fra concorrenti esterni ed interni all’Opificio delle Pietre Dure o nel caso in cui preveda limiti di età”.